La società GIAMOGANTE ENGINERING in RTP con arch.Paolo Lancia e Domo Energy di ing Fabio Santori ha recentemente vinto la gara per la progettazione definitiva ed esecutiva per il recupero del complesso edilizio dell’Ex Seminario Vescovile nel Comune di Rieti. L’intervento, finanziato dall’Ufficio Speciale Ricostruzione Lazio, rientra tra quelli di ricostruzione post sisma 2016 in Italia centrale.


Lo studio è finalizzato alla rifunzionalizzazione dell’intero compendio immobiliare, il quale ospiterà -tra l’altro- spazi espositivi e un laboratorio per il restauro di beni culturali.
La società conferma, dunque, la sua attenzione e competenza nel settore del recupero dei beni artistici, di valore storico e testimoniale vincolati.
Gli interventi di Notevole complessità progettuale che il progetto definitivo prevede essenzialmente

  • la conferma delle previsioni predette, con i caratteri specifici e i dati dimensionali appresso enunciati;
  • salvo la parziale traslazione di alcune funzioni, ricollocate in diverse parti del complesso – per le motivazioni espresse in narrativa e meglio rappresentate nei grafici progettuali allegati;
  • motivazioni eminentemente riconducibili alla massima valorizzazione dei caratteri architettonici specifici dei singoli vani, anche in rapporto agli accessi e ai percorsi verticali-orizzontali di collegamento; con particolare riferimento
  •  alla “sala degli stemmi” al piano primo, con pregevole soffitto ligneo cassettonato (decori del XVI-XVII secolo) – qui destinata a ingesso-accoglienza-attesa del pubblico, oltreché ad open office; peraltro attraversata dal percorso di accesso delle opere d’arte dall’elevatore al piano stesso;
  • all’oratorio del piano primo (decori del XVII secolo) – in PFTE destinata a servizi igienici – qui destinata a sala riunioni-convegni;
  • alla cappella del piano primo (decori del XVIII-XIX secolo) – qui destinata a sala convegni-auditorium-didattica;
  • al vano d’ingresso a doppia altezza del piano terreno ai locali a nord di V Varrone (volte del XIII secolo);
  •  l’introduzione di funzioni complementari non-presenti nella proposta di PFTE, ritenute tuttavia opportune per la piena operatività e godibilità del complesso futuro,
  •  anche in ragione dell’uso promiscuo degli spazi più rilevanti, da parte di teorici, specialisti e tecnici della conservazione e del restauro 
  • di studenti e apprendisti  di pubblico, tutti chiamati a vivere l’esperienza visiva e operativa dei beni culturali e delle relative azioni di recupero e valorizzazione;
  •  funzioni complementari non-presenti nella proposta di PFTE, consistenti:
  • nella caffetteria-ristorazione con annessa libreria al piano primo, in adiacenza agli spazi direzionali e d’ufficio, e di ingesso-accoglienza-attesa del pubblico; nonché in adiacenza agli spazi per convegni e didattica;
  •  nel bookshop ai piani terreno e ammezzato del corpo di fabbrica minore, con ingressi esterni dal lato nord di V Varrone – e possibilmente da Via di Mezzo; in diretta connessione verticale col piano, ove si collocano (come detto) gli spazi per convegni e didattica, e i principali spazi espositivi del complesso.
    Il progetto definitivo propone inoltre, ai fini della razionalizzazione dei rapporti e delle interferenze con gli ambiti restanti in uso alla Diocesi – o comunque destinati ad altre attività:
  • di conferire ad uso esclusivo della Diocesi l’ingresso principale del Seminario su Piazza Oberdan – dato in uso promiscuo Diocesi-MiC nelle previsioni del PFTE;
  •  di conferire ad uso esclusivo del MiC l’ingresso del Seminario sulla corte retrostante – dato in uso promiscuo Diocesi-MiC nelle previsioni del PFTE;
  •  quanto sopra, mediante opere-non-murarie (semplici partizioni vetrate sotto le volte del corpo-scala-maggiore cinquecentesco); ai fini del conseguimento della separazione suddetta – che si ritiene essenziale,
  •  sia per la opportuna distinzione fra destinazioni e modi d’uso assolutamente differenti;
  • sia (conseguentemente – anche) per la gestione in sicurezza degli accessi, dei percorsi, delle vie d’esodo;
  • di includere nell’intervento e nell’assetto finale i vani del piano ammezzato posti in corrispondenza dell’ingresso da Piazza Oberdan, anche al fine di preservare in uso esclusivo del MiC la scala maggiore-esistente del Seminario – formante anche via d’esodo, in previsione di apposita compartimentazione;
  •  di escludere dall’intervento e dall’assetto finale, le sale espositive del piano terreno – presenti e contemplate nelle previsioni del PFTE;
    – di includere nell’intervento e nell’assetto finale i vani del piano terreno del corpo di fabbrica a nord di V Varrone, con ingresso da Via di Mezzo; al fine di valorizzare-estendere la funzione urbana dell’intervento, ampliando la visibilità e fruibilità – in particolare del bookshop, ivi insistente.